Villains LTD

 

#45

TOTAL ECLIPSE OF THE HEART

 

 

Terra Selvaggia, Antartide

Augustus DeCeyt ha tutta l’apparenza di un uomo innocuo. Non è ancora vecchio, ma sembra non avere quasi più vita in corpo: non muove un muscolo, non batte nemmeno le palpebre se non è strettamente necessario. Siede perfettamente composto sul suo piccolo trono, non un capello fuori posto, non un solo battito più rapido del necessario.

Solo i suoi occhi fanno intuire la presenza di una mente attiva: sono sempre in movimento, come se faticassero a tenere il passo con il cervello per cui lavorano.

Augustus DeCeyt è tutt’altro che innocuo. Sulla sua testa c’è una taglia da 25.000.000 $ emessa da un’agenzia governativa americana, del resto, anche se non sembra averci mai fatto troppo caso. Il mondo lo conosce come l’Imperatore del Crimine.

Livia van der Vorst sembra essere il suo esatto opposto. Una donna ancora giovane, di ascendenza olandese e sudamericana, sembra piena di energia. Quando parla o ascolta non resta ferma un secondo, sempre gesticolando o muovendo nervosamente le dita.

Solo i suoi occhi sembrano morti: non guardano mai l’interlocutore, e nelle rare occasioni in cui lo fanno ne rispecchiano l’anima gelida.

Il mondo la crede morta, e quasi nessuno la conosce come il Flagello Nero.

Ha in mano la Chiave dello Zodiaco, un artefatto extradimensionale che le garantisce un enorme controllo sulla materia e sull’energia. Considerando che l’ultima volta in cui ne è entrata in possesso ha distrutto la più potente incarnazione della Villains LTD, si potrebbe pensare che Livia sia una donna estremamente pericolosa.

Anni fa, prima che lui la uccidesse, erano marito e moglie. Ora sono nemici mortali.

 

-Come sarebbe a dire !? – protesta il Flagello Nero.

-Ritengo poco fruttuoso ripetermi, tuttavia nel caso tu non abbia ancora compreso la tua situazione: tutto questo era programmato.

-Programmato !? – risponde furiosa Livia, puntando la Chiave verso DeCeyt. Potrebbe usarla per vaporizzarlo all’istante, o teleportarlo al centro della terra, o tramutare il suo sangue in acido.

Ma non riesce a fare nessuna di queste cose, per quanto insista...la Chiave semplicemente non sta rispondendo alle sue richieste.

Nella base sono presenti altri sei super-criminali, tutti sotto il controllo mentale del Flagello Nero. I loro occhi brillano dell’energia dorata della Chiave, ed ognuno... Switch, Pathfinder, Insomnia, Slim Snake, Eclisse e Mayhem…è pronto ad obbedirle, specialmente se l’ordine è di uccidere l’Imperatore del Crimine.

Ma non lo fanno.

-Chi credi che io sia, Flagello Nero? Una pedina nel tuo piano di conquista del mondo? Mi reputi forse un megalomane desideroso di assoggettare il prossimo, o forse un sadico sazio solamente dei crimini che organizza?

Augustus DeCeyt si alza in piedi, ed il Flagello Nero è costretto ad indietreggiare: non riesce letteralmente ad avvicinarsi a più di due metri di distanza, come per una sorta di repulsione magnetica.

L’Imperatore del Crimine si avvicina ai suoi ex agenti, ancora sotto il controllo dell’ex moglie ma pienamente vigili e consci di ciò che sta accadendo. Parla loro con le mani dietro la schiena, passeggiando come se nulla fosse.

-Neppure io posso ipotizzare quale sia la visione che voi avete di me. Per quanto vi abbia manipolato fin dalla nostra prima collaborazione, per quanto abbia spremuto le vostre vite per allontanare qualsiasi ridicolo sostegno esterno per rendere il mio ruolo indispensabile alla vostra stessa salute mentale, posso soltanto immaginare. Rilasciali.

 

Il controllo mentale del Flagello Nero si allenta. Mezzo secondo dopo, Switch è di fronte all’Imperatore del Crimine e gli sta puntando una pistola in mezzo agli occhi; due pistole con mirino laser, nelle mani di Insomnia, tengono d’occhio sia lui che il Flagello Nero.

-Che cazzo sta succedendo !? – protesta il teleporta.

-Ah, mister Freeman. Sempre rapido nel saltare alle conclusioni, e sempre così infallibilmente erroneo nei suoi giudizi. Non posso dire che lei mi diverta, ma l’ho sempre trovata un curioso piccolo enigma intellettuale.

-Non so di cosa cazzo stai parlando e non mi interessa; dammi una sola ragione per non farti saltare il cervello, dopo tutto quello che ci hai fatto !

-Tutto ciò è molto intrigante, mister Freeman. Gliene propongo due: primo, lei non ha mai saputo cosa ho portato a termine né quali sono i miei piani. Secondo, la sua pistola è scarica da quando ha messo piede in questa base.

Switch preme il grilletto, confermando la spavalderia di DeCeyt. Vorrebbe afferrarlo per il collo, ma qualcosa lo respinge impedendogli di avvicinarsi.

-C’è qualcosa che non quadra – si rende conto Pathfinder – E’ troppo calmo. O questa è una trappola...

-...oppure il mio piano è già in atto ed ho già preso tutte le precauzioni immaginabili per impedirvi di interferire. Sì, miss Mathers, è essenzialmente corretto...per quel che può valere, lei è sempre stata la mia cavia preferita.

-E’ tutto un trucco! – protesta il Flagello Nero – Non puoi avere un piano! Perché non riesco ad usare la Chiave!?

-C’è un solo motivo per cui siete ancora tutti vivi...questa è forse l’ultima occasione per testare le mie teorie sul comportamento umano. Ben presto, quando le ultime fasi del mio piano saranno complete, non sarà più possibile.

-Perché, cosa ha intenzione di fare? Distruggere il mondo? – chiede Slim Snake.

-Ironicamente, sto per rendere il crimine obsoleto.

 

Dipartimento di Psicologia, Università di Princeton

Princeton, New Jersey

Nella sua lunga carriera, non è la prima volta in cui la Vedova Nera si rende conto di quanto sia strano il mondo. Di certo non riesce a ricordare di aver mai conosciuto qualcuno di più strano di Madcap, eppure almeno questa volta i suoi deliri si sono rivelati preziosi.

Normalmente non si sarebbe introdotta di nascosto in una delle più rinomate università americane solo in base alle indicazioni di uno psicopatico, ma l’indizio aveva una certa plausibilità: prima di diventare il capo della Villains LTD, DeCeyt aveva goduto di una certa fama accademica come eccellente professore in almeno una dozzina di materie.

Certo, i corsi tenuti da DeCeyt risalivano a quasi dieci anni prima, ma la sua capacità di nascondere l’eccezionale sotto una facciata di routine aveva dell’incredibile.

Persino una spia del calibro della Vedova Nera probabilmente non avrebbe notato il passaggio segreto che conduceva sottoterra, se non fosse stato per Madcap.

Ma per quanto il pazzo fosse stato utile finora, era un enorme rischio per la segretezza dell’operazione. Se la Vedova Nera aveva provato un minimo di rimorso nel chiuderlo legato ed imbavagliato nel baule dell’auto parcheggiata di fronte all’università, di certo ora apprezza il silenzio che ne aveva guadagnato.

Un laboratorio privato, pieno di tecnologie che la Vedova Nera non riesce ad identificare ma che, almeno a prima vista, non sembrano particolarmente avanzate. Alcuni strumenti chirurgici, una gran quantità di elettrodi, ed un generatore.

“Di tutti i nascondigli di cui dispone, perché portare Madcap proprio qui ?” si interroga la spia, meravigliandosi nel non trovare nessun dispositivo di sicurezza.

Nessuna telecamera, nessun allarme silenzioso, nessuna guardia robotica, nessun gas soporifero per tenere a bada i curiosi.

“Qualunque cosa ci sia nascosta qui, DeCeyt non la considera abbastanza importante da difenderla. Forse è quello su cui conta...sul fatto che lo sottovaluti? Oppure questo è l’unico posto in cui pensava di poter lavorare indisturbato”

Una sola cosa attira l’attenzione della spia: un cesto della spazzatura ricolmo di carta stracciata. La Vedova Nera riconosce quella sequenza apparentemente casuale di linee ondulate: è un encefalogramma.

Potrebbe non voler dire molto, se DeCeyt non si è degnato di distruggere quella stampa. D’altro canto, quando si ha un solo ed unico indizio non si può essere troppo schizzinosi.

 

Una località segreta

Al sicuro dietro un vetro antiproiettile, l’Agente Zero osserva gli occhiali da sole di Shades. Sembrano quasi fissarlo, indifferenti ai quattro scienziati che si trovano nella stanza sigillata ermeticamente.

Anche se si trova in una delle basi principali dei Guardiani, il volto di Zero è sempre accuratamente nascosto dalla Nebbia di Guerra che ne rende i lineamenti irriconoscibili dietro un effetto pixel. Alla sua destra, una donna di colore la cui testa è del tutto coperta da una maschera rossa che non sembra nemmeno avere fessure per gli occhi.

I due Guardiani non conoscono né il vero aspetto né il nome l’uno dell’altra, così come tutti i dieci Guardiani di grado più alto.

Si farebbero chiamare la Decade, se qualcun altro fosse al corrente della loro esistenza. I dieci ideatori e principali responsabili dell’esistenza dell’organizzazione più segreta del mondo.

-Che ne pensi, Sette ?

-Che detesto la magia, Zero, e che la tua sia una pessima idea. Il Flagello Nero avrebbe potuto ucciderti...ed abbiamo anche perso Mayhem.

-No, non credo. Pensi che avrei sprecato il più potente super-umano su cui potevamo mettere le mani se non avessi anche preso le mie precauzioni per recuperarla?

-Hm. Comincio a pensare che il vero motivo per cui DeCeyt ti interessa tanto è che siete paurosamente simili.

-Non essere ridicola, Sette. Hai idea di cosa potremmo fare se solo riuscissimo a sfruttare il potere di Shades ? Pensa a cosa potrebbe fare un nostro agente con tutto quel potere. Intangibile, un’ombra capace di uccidere con un pensiero o uno sguardo. Immortale.

-Aspetta prima di fantasticarci sopra, Zero. Come facciamo a duplicarne il potere ? Sai che scienza e magia non vanno d’accordo. Sei stato tu ad insistere per non avere un mago nell’organizzazione, del resto. “Rischio impensabile per la segretezza”, erano le tue parole esatte.

L’agente Zero non risponde, aspettando invece le notizie degli scienziati. Uno di loro si avvicina all’interfono, parlando dall’altra parte del vetro antiproiettile.

-Siamo riusciti ad annullare l’effetto psichico dell’oggetto, signore. Anche a questa distanza ravvicinata, non risentiamo gli effetti psicologici previsti.

-“Effetti psicologici” ? – si interroga Sette.

-Gli occhiali sono ancora attivi. Oltre ad assorbire la luce che vi dirigiamo contro, emettono un riflusso continuo di energia psichica negativa...a quanto mi hanno spiegato, stanno emettendo pura malvagità.

-Detesto la magia – insiste l’agente Sette, mentre un uomo in uniforme SHIELD dalla testa coperta da un sacco di tela nero entra nella stanza sigillata.

-Agente Nove – lo saluta Zero – Ti rendi conto che questo è su base strettamente volontaria, spero.

-Qualcuno proverà ad usare gli occhiali prima o poi, e tanto vale che sia io – si vanta il Guardiano, avvicinandosi al tavolo e togliendosi la maschera...sotto alla quale c’è un’altra maschera nera, che lascia scoperti solamente gli occhi.

-Vuoi usare un agente della Decade per testarli? Non c’è modo di sapere...

-Slim Snake è sopravvissuto dopo aver guardato attraverso le lenti, ed Eclisse ha usato il potere delle ombre dopo averli indossati. Posso consegnarli unicamente a qualcuno di cui mi possa fidare ciecamente...quando vuoi, Nove.

Dando le spalle ai suoi colleghi per non mostrare i propri occhi...è pur sempre un Guardiano...l’Agente Nove prende in mano gli occhiali da sole.

-Sono freddi – nota, chiudendo gli occhi ed inforcando gli occhiali. C’è silenzio per qualche secondo.

-Tutto a posto, credo. Anche a contatto ravvicinato, non mi sento particolarmente malvagio. Mi sa che non funzionano ad occhi chiusi, però.

-Procediamo con calma, Nove – lo avverte Zero –  Portiamo a termine i test, potrebbe essere pericoloso aprire gli occhi così presto.

-Solo una sbirciatina – sorride l’Agente Nove.

 

Sono  le sue ultime parole, prima che una macchia di sangue imbratti il vetro antiproiettile.

Ignorando le procedure di sicurezza che lui stesso ha scritto, Zero immette il proprio codice di identificazione nella porta blindata ed entra nella stanza sigillata...dove il corpo dell’agente Nove giace a terra in una pozza di sangue.

-Cosa diavolo è successo !?

-La sua testa...è esplosa – mormora uno degli scienziati, ancora shockato dall’esperienza – Troppa energia mistica...

Gli occhiali da sole fluttuano a mezz’aria, dove poco prima si trovava la testa dell’agente Nove. Poi si spostano, ruotando come se gli occhiali fossero sulla testa di un uomo invisibile...che ha appena iniziato a fissare l’agente Zero.

Uno degli scienziati preme un pulsante, e l’intera stanza è immersa in una luce più accecante del Sole. Zero, protetto dal suo campo olografico, osserva gli occhiali crollare a terra privi di vita. Forse per caso, o forse no, anche dopo la caduta continuano a fissare l’agente Zero.

 

Deserto del Sahara, Africa

Eclisse riprende i sensi, incredula di essere ancora viva. Certo “viva” è estremamente riduttivo, quando si tratta di una ragazza per metà vampira e per metà demone umano…ma in questo momento non le va di sottilizzare.

Qualunque sia l’origine delle energie mistiche che la tengono in vita, Eclisse può avvertirlo: non le resta molto.

Gestire il potere di Shades è stato troppo per lei. Gli occhi che il Flagello Nero le ha strappato non sono ancora ricresciuti, ed il sole ha pressoché incenerito la sua parte vampira.

Eppure adesso è all’ombra, può avvertirlo. Così come ha sentito qualcuno avvicinarsi a lei e portarla lontana dalla luce del sole, al riparo da quei raggi che per un umano sono una benedizione e per lei un anatema.

-Padre ? – chiede; chi altro potrebbe averle riportato la protezione dell’ombra, in un deserto di dolore ?

-Non esattamente. Diciamo che sono il tuo patrigno – risponde una voce che Eclisse non conosce, ma che in qualche modo risuona nelle due metà disumane che la compongono.

-Sei stato tu a salvarmi ?

-Certo. Io e tuo padre abbiamo fatto un accordo…non avrei mai lasciato che tu morissi in quel modo. Non avrebbe giovato a nessuno.

-Se conosci mio padre, sai anche come contattarlo ? Ho perso i suoi occhiali da sole. So che non sembra una cosa importante ma…

-So tutto di te e di tuo padre, Eclisse. Ero presente all’incantesimo che ti ha fatta nascere…per la precisione, ho permesso io che quell’incantesimo funzionasse. E’ stata una gran faticata, sai ? Ed ora intendo riscuotere.

-Riscuotere ? In che senso ?

-Come dicevo, io e tuo padre abbiamo un accordo. Io ti avrei fatta nascere, ma in cambio…se mai tu ti fossi trovata in punto di morte, senza modo di salvarti…tu avresti dovuto seguire la mia volontà.

-Cosa ? Mio padre non farebbe mai una cosa del genere ! – protesta Eclisse, cercando di alzarsi in piedi; le sue gambe però sono state incenerite dal sole, e la mezza vampira crolla immediatamente a terra.

-Tsk tsk, sei anche meno rispettosa di tuo padre. Mi piace. Facciamo così, ti propongo una scelta. Puoi rifiutarti di seguire i miei comandi e morire in pace. O puoi lasciare che io ti curi, nel qual caso sarai soggetta ai miei ordini e alla mia volontà.

-Questa non è una scelta…

-Certo che lo è. Non hai minimamente idea di quante volte ho fatto questa proposta.

-Non credo che nell’aldilà ci sia posto per una mezza vampira, quindi…d’accordo. Ridammi il mio potere, ed io ti seguirò.

-Eccellente – si compiace la voce, ed Eclisse sente il tocco di una mano sulla fronte.

Un tocco che brucia la sua pelle, ma che allo stesso tempo cura tutte le sue ferite. Eclisse sente dentro le proprie vene morte scorrere qualcosa di prodigioso, un’energia che non ha mai sospettato potesse esistere…nemmeno quando ha utilizzato il potere dell’ombra.

Finalmente Eclisse torna a vedere. La prima immagine che osserva è il volto di un uomo sorridente, un uomo dalla pelle rossa come se avesse vissuto per millenni tra le fiamme.

-Sei…sei il diavolo ? – lo riconosce Eclisse.

-Chiamami Mefisto, come faceva tuo padre. Ho la sensazione che io e te faremo ottimi affari, ragazzina…

 

Terra Selvaggia, Antartide

La Villains LTD ed il Flagello Nero hanno gli occhi fissi su Augustus DeCeyt, pronti a qualsiasi cosa...tranne a quella che sembra, a tutti gli effetti, una confessione.

-Volete sapere perché non riuscite ad alzare un solo dito contro di me ? Sfrutterò i pochi minuti che ci restano per tentare di spiegarvi.

“Pochi minuti ?” pronunciano le labbra di Pathfinder, anche se la ragazza non emette un solo suono; dallo sguardo di Switch, anche il teleporta è sospettoso.

-A quattro anni dalla mia nascita, mio padre mi raccontò le origini della nostra famiglia. Le sottigliezze dei miei avi non sono oggetto della discussione; vi basti sapere che da numerose generazioni, ogni DeCeyt nasce privo della capacità di emozioni. Gioia, dolore, odio, gelosia, amore, sono per me estranei quanto...in tutta onestà, non posso trovare un paragone per qualcosa che mi è del tutto incomprensibile.

-Se questo è uno scherzo non è affatto divertente – scuote la testa Insomnia.

-Non saprei: niente mi ha mai fatto sorridere in vita mia. Fortunatamente, la stessa configurazione cerebrale che mi nega l’accesso alle emozioni mi ha concesso un quoziente intellettivo di gran lunga superiore a quello della media dei miei simili. Mio padre trovava la mancanza di emozioni...in particolare di empatia... supremamente versatile nella gestione dei propri piani. Dopo averlo ucciso ed essermi assicurato il totale controllo dei suoi affari, ed un ancor superiore silenzio, restai a dir poco affascinato dal concetto di studiare queste persone che si trovavano dal lato sbagliato della legge molto spesso per un bilanciamento emotivo e morale diverso dalla maggioranza; seguendo l’esempio del mio ispiratore, il professor Moriarty nemesi dell’illustre Sherlock Holmes, divenni l’Imperatore del Crimine assai prima di sfruttare questo pseudonimo.

-Non mi dici niente di nuovo – protesta il Flagello Nero, agitando la Chiave dello Zodiaco come se fosse una pistola – Non ne posso più dei tuoi giochi mentali ! Non ne posso più di te ! Perché non riesco ad ucciderti !?

-Perché, Livia, non sei padrona delle tue emozioni né lo sei mai stata. Ho sempre attentamente manipolato la nostra relazione per suscitare in te le reazioni desiderate...così come, anni dopo, avrei fondato la Villains LTD come strumento di studio approfondito sulle dinamiche umane di un gruppo di cavie criminali da sezionare mentalmente.

-Non siamo cavie o pedine ! Siamo persone ! – protesta Pathfinder.

Il professor DeCeyt si volta per fissarla negli occhi, e la mutante rabbrividisce per la freddezza di quell’uomo...gli sta riversando addosso tutto l’odio che può provare per quello che sta dicendo, ma lui non sembra nemmeno notarlo.

-Non vi è differenza oggettiva, signorina Mathers. Lo compresi dopo aver ucciso mia moglie e mio figlio con le mie stesse mani...e senza provare nulla. Chiaramente, le emozioni erano del tutto superflue per la mia vita...ma forse potevano avere un altro scopo. Anni fa venni a conoscenza di un’altra leggenda, grazie alle stesse indagini metafisiche che avevano messo in contatto Shades e mio padre. Aveva scoperto l’esistenza della Chiave dello Zodiaco, decenni prima di chiunque altro, e ne aveva intuito il segreto...la Chiave era alimentata dall’eterno conflitto tra bene e male, amore ed odio. Era attratta da uno qualsiasi di questi estremi. Non avevo provato mai nessuno dei due sentimenti, ma sapevo che qualcuno poteva provare abbastanza odio per attirarla. E così è stato...moglie.

-E’ stato per questo che l’hai fatto !? – urlò il Flagello Nero, e la Chiave dello Zodiaco divenne incandescente. Più brillante del sole, quasi quanto l’odio che provava ora.

-Hai ucciso nostro figlio per avere una possibilità su un miliardo di evocare...hai idea di quanto ho sofferto in questi anni, senza il corpo che mi avevi strappato !?

-Naturalmente no, Livia, si trattava di un esperimento del tutto differente e che, in sostanza, fino alla tua misteriosa rinascita avevo considerato un fallimento. Forse, nelle profondità del mio subconscio, già allora avevo collegato la leggenda alle possibilità aperte dalla tua vivisezione…ma se così fosse, immagino di aver pensato, all’epoca, che le vostre vite non valessero molto di più dell’immensamente remota possibilità di attirare la Chiave.

-TI ODIO!!! – urla a squarciagola Livia van der Vorst, il Flagello Nero, impugnando una delle armi più potenti ad essere usate da un mortale. Anche il suo corpo diventa più luminoso del sole, fondendosi con la Chiave stessa.

-Livia. Sei stata una cavia superba ed una moglie accettabile. Addio.

Il fulcro di puro odio e potere si racchiude in se stesso, e la Chiave un tempo dorata diventa più nera della notte...volando nelle mani di Augustus DeCeyt.

 

Nessuno degli altri presenti ha compreso realmente cosa sia successo, a parte aver scoperto che razza di mostro disumano sia stato in tutti questi anni il loro mentore.

Quando la loro vista si riprende dallo spettacolo che si è consumato in pochi istanti, possono vedere la Chiave Nera fluttuare al fianco di Augustus DeCeyt che sta indossando il casco viola dell’Imperatore del Crimine.

-E questo è quanto: siete stati solo delle cavie per i miei studi personali, ma ora siete obsoleti. Il vero potere della Chiave può essere sfruttato solo da un essere che può provare emozioni, quindi dovevo aggirare il problema. Una volta assistito al suo ritorno, ho spinto Livia ad odiarmi così tanto da essere completamente annichilita, super-caricando la Chiave e dandomi totale accesso.

In risposta, Mayhem rilascia una scarica di raggi oculari verdi direttamente contro l’Imperatore...raggi assorbiti dal buco nero emotivo che ora alimenta il suo potere.

-Ah, ragazzina...un peccato non averti potuta studiare come gli altri. Ma ben presto sarà tutto finito.

Mentre l’Imperatore parla, la Sede Centrale trema.

Il tetto si apre, con le grandi paratie sospese a mezz’aria dal suo potere. La Chiave Nera fluttua verso un complesso macchinario apparso da chissà dove; la sola vicinanza dell’artefatto alieno fa mutare rapidamente il congegno, che si evolve sotto gli occhi dei presenti.

-Okay, sei più potente di tutti noi messi assieme – gli concede Switch – E adesso ? Cos’è quel macchinario, per essere più importante della Villains LTD ?

-Non ho alcun obbligo a rispondervi, tuttavia...per quanto non possa provare emozioni, provo una certa ricompensa intellettuale nell’elencare i miei successi. Questo progetto è il sogno di tutta la mia vita, il sogno segreto di un uomo nato senz’anima. Per tutta la vita ho tentato di scoprire che cosa mi rendesse diverso dagli altri uomini, cosa mi impedisse di provare emozioni...e lo scoprii grazie alle ricerche di Livia: c’è un’area del cervello dedicata all’elaborazione delle informazioni emotive, pienamente attiva nell’essere umano ma del tutto atrofizzata nel mio cranio. Questa è la soluzione.

-Vuoi...vuoi provare emozioni come tutti gli altri ? – chiede Slim Snake.

-Che motivo ne avrei mai ? Le emozioni non hanno mai giovato all’umanità, che non soffrirebbe nemmeno senza di esse. Il crimine stesso non esisterebbe senza le emozioni, e senza una simile distrazione costante l’umanità godrebbe degli stessi benefici intellettuali che ho sfruttato per arrivare a questo punto. Questa...questa è la mia eredità, il mio regalo al mondo.

Il marchingegno ha continuato a crescere durante la conversazione, ed è ora troppo grande e pesante per essere sostenuto dalle fondamenta. Non importa: tutta la base si sta integrando con il macchinario, che sta sbocciando come un fiore perverso.

L’Imperatore del Crimine parla con inaspettata fierezza, di fronte al trionfo di tutta una vita.

-Grazie al pieno potere della Chiave che ora è stata sbloccata, questo generatore emetterà un’onda elettromagnetica di proporzioni planetarie...un’onda che modificherà la struttura cellulare del cervello umano...rendendo ogni singolo uomo, donna o bambino totalmente e definitivamente immune da qualsiasi forma di emozione !!!

-Non…non puoi essere serio – si meraviglia Switch.

-Non ho motivi per fingere di possedere un umorismo, signor Freeman. Né per lasciarvi in vita.

L’Imperatore del Crimine si alza in volo, senza nemmeno una parola di commiato; il colossale marchingegno lo segue come se non pesasse nulla. Poi Augustus DeCeyt si volta verso i suoi ex dipendenti, e sembra quasi esitare un istante prima di toccare la Chiave Nera.

L’istante successivo, la Sede Centrale esplode.

 

Diverse ore dopo, Pathfinder apre gli occhi.

La prima cosa che capisce è che Mayhem sta sollevando una trave pesante diverse tonnellate. La seconda è che la trave non l’ha uccisa perché Switch deve aver teleportato via il grosso dei detriti prima che cadessero addosso all’ex Villains LTD: non ci sono minimamente abbastanza macerie perché quella sia l’intera Sede Centrale.

La terza, grazie al suo sesto senso mutante, è che tutti gli altri compagni di squadra presenti all’ultimo discorso di DeCeyt sono vivi e nelle vicinanze. La quarta è che, mai come prima nella vita, non ha la più pallida idea di cosa fare ora.

-Beh, ora che si fa ? – sente domandare da Slim Snake.

-Troviamo DeCeyt e gli piazziamo un proiettile in mezzo agli occhi – replica Insomnia.

-Facile a dirsi, potrebbe essere ovunque sul pianeta. E non sono sicuro che un proiettile possa ancora ucciderlo – nota Switch.

-Io posso trovarlo – aggiunge Pathfinder.

-Sicura ? DeCeyt sapeva già come schermarsi dal tuo potere, adesso che ha quella maledettissima Chiave…

-Posso trovarlo, Switch. E’ quello che faccio.

-Anche se fosse, ci serve una mano. Conoscete qualche peso massimo che possa aiutarci, e che non ci sbatterebbe subito in galera ?

Alla domanda di Insomnia, qualcosa si solleva dalle macerie.

Una fiamma nera che sale lentamente, per poi solidificarsi in una massa apparentemente informe…ma si tratta solo di un mantello.

Sotto quella veste c’è una donna, dalla pelle incredibilmente bianca e dagli occhi rosso brillante.

-Forse conosco io qualcuno del genere.

-Eclisse ? Sei davvero tu ? – chiede Slim Snake, comprensibilmente incerto: l’Eclisse che conosce sembra un’adolescente, questa è una donna adulta. Ed Eclisse non ha mai avuto gli occhi rossi.

-Diciamo soltanto che DeCeyt ha fatto arrabbiare la persona sbagliata, questa volta. Se vuole trasformare le vite di tutti gli abitanti del pianeta in un inferno…che inferno sia.

 

CONTINUA